"Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere."

Massaggio Linfodrenante Vodder

Verso la fine del XVIII secolo, il professore di anatomia Paolo Mascagni, mise in evidenza per la prima volta, i vasi linfatici, iniettandovi mercurio, così da descrivere nella sua totalità il sistema vascolare linfatico. Nel 1892 il chirurgo austriaco Alexander Winiwarter sviluppò un approccio manuale per trattare i disturbi linfatici, senza ricorrere ai farmaci. Nonostante i buoni risultati ottenuti, questo approccio fu gradualmente abbandonato dopo pochi anni.
Intorno al 1930 Emil Vodder e sua moglie Astrid, lavoravano a Cannes come fisioterapeuti, e, molti dei loro pazienti lamentavano malattie infettive croniche delle vie respiratorie, ciò che sorprese Vodder, fu che, in tutti loro, si potessero palpare dei linfonodi gonfi e duri.
Grazie a delle manovre esterne Vodder stimolò il drenaggio (che era bloccato); nacque così il moderno massaggio linfodrenante. Il fatto che Vodder non fosse medico, rese ostile la medicina ufficiale nei confronti del linfodrenaggio (grazie anche alla scarsa conoscenza di allora, del sistema linfatico).
Oggi, in Germania, il drenaggio linfatico manuale è riconosciuto e rimborsato dal sistema sanitario nazionale, in Italia invece no. Il crescente interesse della comunità scientifica per la linfologia fa sì che, gli specialisti di tutto il mondo, contribuiscano all’evoluzione della conoscenza e della tecnica applicata.

L’anatomia del sistema vascolare linfatico è stata approfondita solo nel corso del XX secolo. Gli elementi fondamentali del sistema vascolare linfatico sono i linfonodi e i vasi linfatici. Il sistema ha origine nel tessuto interstiziale, dove, grazie ai vasi pre-linfatici, il liquido interstiziale si dirige verso i capillari linfatici. Il liquido che penetra nei capillari linfatici prende il nome di linfa. Quest’ultima, raccolta grazie ai capillari, attraversa i pre-collettori linfatici fino a raggiungere i vasi collettori (più profondi e dotati di valvole che impongono alla linfa una sola direzione). Il tratto di vaso linfatico delimitato da due valvole, prende il nome di linfagione.
I linfagioni hanno una sorta di pacemaker, che li fa contrarre con una frequenza molto bassa (2-3 contrazioni al minuto). Dai collettori, la linfa si dirige verso i linfonodi (che fungono da filtro), per poi, unirsi grazie ai collettori efferenti e formare i tronchi linfatici, che procedono nei dotti linfatici.
I dotti linfatici principali sono due:
a) il dotto toracico
b) il dotto linfatico destro
Il dotto toracico drena gli arti inferiori, l’emitorace sinistro, l’arto superiore sinistro, la metà sinistra del collo e, l’emifaccia sinistra, e sbocca nel seno venoso sinistro (formato dalla vena sotto-claveare e dalla vena giugulare interna sinistra).
Il dotto linfatico destro drena l’arto superiore destro,l’emitorace destro, la metà destra del collo e l’emifaccia destra e, sbocca nel seno venoso destro (formato dalla vena sotto-claveare e dalla vena giugulare interna destra).
Il sistema vascolare linfatico (che permette il trasporto delle proteine interstiziali garantendo la funzione di difesa immunitaria) è diviso in una rete superficiale e una rete profonda. Quella superficiale drena l’80% della linfa, quella profonda, drena il restante 20%. Il valore di linfa trasportato dipende da due fattori:
1) frequenza delle contrazioni – di base 2 o 3 al minuto;
2) ampiezza delle contrazioni – volume di eiezione per ogni contrazione.
La frequenza può aumentare in funzione di un aumento del liquido interstiziale.
La portata linfatica è la sommatoria delle contrazioni e rappresenta il volume di linfa, trasportato nell’unità di tempo.
Il carico linfatico invece, rappresenta la quantità di linfa che deve essere trasportata per impedire la formazione di un edema.
Nel carico linfatico troviamo diverse sostanze, tra cui: acqua, proteine, lipidi, linfociti, macrofagi, batteri, cellule tumorali, detriti e virus.
In condizioni normali, la capacità di trasporto supera il carico linfatico, grazie alla riserva funzionale linfatica (riserva di capacità di carico), che consente all’organismo di evitare il ristagno. Quando invece, il carico linfatico supera la capacità di trasporto (la riserva funzionale linfatica si esaurisce), si sviluppa un edema.
Il sistema vascolare linfatico è l’unica via di ritorno verso il sangue, delle proteine interstiziali che vengono filtrate al di fuori dei capillari. Questa funzione di trasporto è di vitale importanza: il recupero di sostanze di scarto e di sostanze dannose, permette ai macrofagi dei linfonodi e dei collettori, di controllarle e di sviluppare i meccanismi di difesa necessari.

I suoi Benefici
Il Massaggio Linfodrenante Vodder, permette: l’aumento sia della formazione della linfa che della sua portata, stimola l’attività dei linfonodi, riduce la stasi linfatica. E’ utile in caso di problemi:
a) cutanei (acne, dermatite, eritema facciale);
b) del tessuto adiposo (cellulite);
c) chirurgici (prevenzione e trattamento delle cicatrici);
d) agli arti inferiori (gambe gonfie e stanche, ecc.).
Controindicazioni
Il linfodrenaggio non è indicato nei seguenti casi:

  • Affezioni della pelle;
  • Chemioterapia subita nei 3 mesi precedenti;
  • Disturbi ovarici;
  • Infezioni acute;
  • Insufficienza cardiaca scompensata;
  • Ipertiroidismo;
  • Ipotensione;
  • Problemi alle Reni.

In Italia, chi pratica il massaggio Linfodrenante Vodder, non è un medico, per cui: non fa diagnosi, non fa prescrizioni, non consiglia terapie, e, non cura malattie. Pertanto i massaggi Linfodrenanti Vodder non sono da considerarsi attività mediche o paramediche.
Il Massaggio Linfodrenante Vodder, può essere liberamente praticato da Massaggiatori professionisti, rientranti nelle professioni regolamentate dalla legge n. 4 del 2013.