"Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere."

Riflessologia Plantare

In Biologia, il riflesso, è la risposta involontaria ad uno stimolo. I ricettori nervosi presenti nella pelle, convogliano verso il cervello, un’immensa gamma di sensazioni. Dalla cute (considerata anche il terzo polmone) tutti gli stimoli raccolti da corpuscoli e terminazioni nervose , arrivano al cervello, che interpreta, traduce e coordina, e, a sua volta, manda risposte.   

La Riflessologia plantare ha una storia molto antica: i primi trattamenti risalgono al 5.000 A.C. in Cina dove si usavano agopuntura e shiatsu e in India, dove, la medicina Ayurvedica, una delle più antiche tradizioni mediche del mondo, usa la riflessologia tra le sue tecniche di intervento.  

A testimoniare l’antichità di questa pratica è la Tomba dei Medici a Saqqara (Egitto, 2330 a.C. circa), dove sulle pareti è dipinta una scena di massaggio dei piedi e delle mani.

La pratica venne esportata verso l’occidente grazie al famoso medico greco Ippocrate, che insegnò ai discepoli il massaggio ai piedi.

Si racconta che anche l’artista rinascimentale Benvenuto Cellini, a causa dello stress e di alcune sofferenze fisiche, facesse ricorso alla riflessologia plantare.

Nel 1834, un ricercatore svedese, Pehr Henrik Ling notò il collegamento fra i dolori provenienti da alcuni organi e determinate zone cutanee del piede, negli anni successivi Sir Henry Head scoprì l’esistenza di zone riflesse a scopi anestetici e finalmente negli anni venti del XX secolo, questa pratica fu reinventata da William Fitzgerald, medico di Boston, il quale scoprì che, esercitando delle pressioni sui piedi, per dei piccoli interventi non sarebbe stata necessaria l’anestesia.
La pratica fu usata dai dentisti e quando il dottor newyorkese Edwin F.Bowers conobbe la tecnica di Fitzgerald, decise di diffondere la riflessologia negli Stati Uniti grazie a trattati contenenti i principi di funzionamento della riflessologia basati sulle teorie del medico di Boston.

Il metodo, chiamato “terapia zonale”, si incentrava sulla pressione effettuata sia con le mani sia con altri strumenti. Il corpo venne diviso in dieci zone, dagli alluci sino alla testa, lungo le quali scorre l’energia.

Negli anni trenta il lavoro di Fitzgerald e di Bowers fu portato avanti dalla terapeuta statunitense Eunice Ingham, che pubblicò due libri intitolati. “Le storie che i piedi potrebbero raccontare” e “Storie raccontate dai piedi” con i quali tese a concentrare le sue attenzioni solamente sui piedi.

In Italia i due pionieri della ricerca riflessologica contemporanea furono il Prof. Giuseppe Calligaris (neurologo e docente presso l’Università di Roma dal 1910 al 1939) ed il Dott. Nicola Gentile che, nei primi decenni del ‘900, realizzarono vari studi e pubblicarono materiali che per l’epoca erano molto innovativi.

L’ostracismo di una parte del mondo accademico e medico italiano ha lungamente frenato le ulteriori ricerche sulla scia dei due pionieri.

Così come l’agopuntura, è stata considerata per molto tempo una pratica incomprensibile ed erronea, ma oggi comincia ad essere diffusa anche in molti ospedali dei Paesi industrializzati, anche la riflessologia ha degli oppositori scettici.

Oggi è una disciplina abbastanza diffusa anche in Occidente.

Il riflessologo non è un medico, per cui: non fa diagnosi, non fa prescrizioni, non consiglia terapie, e, non cura malattie. Pertanto i trattamenti di Riflessologia Plantare non sono da considerarsi attività mediche o paramediche.

La riflessologia plantare è una libera professione –  legge 4/2013

 

I suoi Benefici:

  • Attiva il sistema endocrino;
  • Riduce stress e tensioni;
  • Ripristina il potere autocurativo presente in ogni uomo;
  • Stimola il sistema linfatico, grazie alla pressione di alcuni punti riflessi che attuerebbe l’accelerazione della circolazione linfatica con benefici su tutto l’organismo;
  • Stimola il sistema sanguigno, con lo scopo di migliorare la circolazione e diminuire la presenza di scorie;
  • Stimola il sistema nervoso, grazie alla relazione fra le terminazioni dei nervi presenti nelle zone riflesse ed il punto in cui è presente il dolore. La pressione sulla zona riflessa avrebbe quindi il compito di inviare comunicazioni al cervello, stimolandolo ad intervenire sul problema riscontrato.

I piedi sono sottoposti a inevitabile sovraccarico quotidiano, meritano quindi di essere trattati con cura. L’esistenza di reazioni riflesse a un contatto è non solo oggetto di segnalazioni attendibili da parte di medici, ma, sono sufficienti un bel bagno caldo, un buon massaggio ai piedi per ricevere sensazioni piacevoli e rilassanti. La riflessologia plantare evita di trattare donne in gravidanza e durante il ciclo mestruale. È consigliabile effettuare il trattamento lontano dai pasti e si evita di trattare soggetti estremamente agitati o nervosi, o soggetti, i cui piedi, presentano: calli, duroni e micosi. 

E’ indicata nel caso di dolori e disturbi funzionali passeggeri, quali, il mal di schiena, l’emicrania, l’indigestione, l’insonnia, la tensione nervosa, e, per ripristinare l’equilibrio delle ghiandole endocrine. Può essere altresì utile per dolori articolari, infiammazioni del sistema urinario, problemi mestruali, ecc.

La durata del massaggio/microstimolazione varia dai cinque ai venti secondi per punto e complessivamente conviene non superare la durata di dieci minuti durante le prime sedute e i trenta minuti durante le sedute di una seconda fase, successiva alle prime due settimane di trattamento. Lo strumento principe da utilizzare sono le mani (è consigliato l’uso di olio di mandorle dolci). La pressione deve esser tale da agire in profondità, quindi bisogna massaggiare finché non sia avvertibile un lieve fastidio (dolore buono). È necessario anche seguire l’orientamento dell’energia presente nel corpo umano, quindi conviene seguire schemi e diagrammi, ricordando ad esempio che un massaggio nel verso orario favorisce le funzioni intestinali, altrimenti, le inibisce.

Durante la seduta, la persona che riceve il trattamento è comodamente sdraiata sul lettino, con un cuscino rotondo sottoposto sotto le ginocchia per facilitare il rilassamento degli arti inferiori. Il trattamento ha una durata media di 45 minuti, eccezion fatta se ci si trova di fronte a bambini, anziani o persone dal sistema nervoso fragile o scosso; in questi casi, si riduce la durata e si aumenta il numero delle sedute.

Il numero delle sedute varia in base alla capacità reattiva del soggetto trattato, (statisticamente il numero massimo varia da 10 a 12 sedute). La cadenza del trattamento è di 2 sedute alla settimana, per le prime due settimane, e, in seguito una seduta alla settimana.   

Dopo la prima seduta, si potrà notare un aumento della diuresi, maggiore motilità intestinale, una sensazione di stanchezza muscolare, un’alterazione del ritmo sveglia-sonno, oppure una leggera sensazione di vertigine. Tutto questo rientra nella norma, in quanto, un trattamento smuove le tossine presenti, che provocano tali reazioni.